La formazione è incentrata spesso sul "sapere che".
Più raramente invece si occupa del "sapere come", cioè dei modi per mettere in pratica le conoscenze acquisite.
Così, dopo la laurea in psicologia, molti si trovano a non sapere concretamente cosa fare di fronte alla richiesta del paziente. Questa incertezza si ripercuote sulla relazione terapeutica e sulla bontà della prestazione fornita. Di conseguenza ostacola lo sviluppo di una prassi efficace e, nel peggiore dei casi, scoraggia lo psicologo dal perseverare nel continuare ad esercitare la propria professione.
Una palestra per lo psicologo
Chi fa il mestiere di psicologo lo sa.
È necessario dare una risposta chiara alla richiesta di consulenza, identificare ed ordinare i vari problemi in gioco per riassumerli in una diagnosi comprensibile.
Non sempre si possiede la pratica sufficiente a modulare il colloquio. Se non si tiene la rotta, il dialogo può vagare senza controllo su un ampio numero di temi,
fornendo così una mole di informazioni di scarsa utilità ai fini del compito diagnostico.
L'intervento di consulenza, inoltre, può essere ostacolato da problemi con la natura dell'invio, la relazione e l'accordo con il paziente.
È utile essere preparati: sapere cosa fare concretamente nelle situazioni cliniche più frequenti, fare pratica ed esercizio.
Se non si è allenati, la consulenza può fallire.
Soprattutto all'inizio della professione è un danno economico e motivazionale. Molti colleghi infatti, non crescendo in esperienza, si scoraggiano e cambiano mestiere.
Requisiti e modalità
Il laboratorio è riservato a psicologi e psicoterapeuti.
Sono previsti gruppi di 8-10 partecipanti, condotti da due psicologi psicoterapeuti esperti in formazione e supervisione.
12 incontri con cadenza quindicinale, ciascuno della durata di 3 ore.
Verrà rilasciato un attestato formativo.
Simulazioni:
per esercitarsi sui vari momenti della consulenza, dall'organizzazione del materiale fornito, alla diagnosi psicologica e alla restituzione.
Prove di dialogo:
per imparare quali domande fare e come orientare il colloquio.
Supervisione didattica:
per delineare un piano di intervento, decidere le strategie per ottimizzarlo, approntare le specifiche manovre per i diversi tipi di problema.