La soluzione perfetta al momento giusto

Alcune persone pensano che il tempo sia una ruota che gira in eterno:
significa che il momento giusto prima o poi arriverà

Altri invece ritengono che il tempo scorra come un fiume:
se fosse vero, quel momento potrebbe già essere scivolato via per sempre.
I comportamenti come l'indecisione, la rinuncia, l'evitamento, derivano da una tendenza che spinge a cercare di essere sicuri, certi al massimo grado, comunque capaci di controllare gli eventi.
Se lo sforzo di volerli controllare fa parte di una naturale tensione evolutivo-adattativa dell'organismo, la pretesa di controllarli sempre e comunque si situa piuttosto nel novero delle difese dall'ansia.
Se infatti non accettiamo che almeno una quota della realtà sia ingestibile e imprevedibile, allora condanniamo noi stessi a preoccuparci continuamente che gli eventi ci possano sfuggire di mano da un momento all'altro.
La ricerca della certezza, del momento giusto e della soluzione perfetta, sono tentativi che facciamo quando non accettiamo di poter sbagliare e quando riteniamo che le conseguenze di questi errori non siano tollerabili.
Il problema nasce dal fatto che questo tipo di controllo assoluto semplicemente non è possibile e quindi, lo sforzo di perseguirlo comunque, ci porta a rinunciare, procrastinare aspettando invano, e nel frattempo rimanere in un fastidiosissimo clima di dubbio e indecisione ansiosa.
Sono numerosi i dati e le argomentazioni che portano ad affermare che non si possa parlare di certezze né di verità assolute in praticamente nessun campo dell'esperienza.
Viviamo infatti in un mondo probabilistico, nel quale molto spesso non è prevedibile l'intervento e l'influenza della casualità. Si può diventare bravissimi a fare ottime previsioni, ma non esiste un modo per rendere queste previsioni infallibili.
Comunque, le conseguenze di questa mancanza, non sono di solito così gravi. È possibile vivere più che dignitosamente con il livello di approssimazione concessoci, e quando qualcosa esula dalla nostra capacità di previsione, nel peggiore dei casi basta accettarlo, e nel migliore l'imprevisto scenario può anche portarci dei vantaggi.
D'altronde, se ci impuntiamo nel pretendere sicurezza e controllo assoluto, causiamo una serie di sofferenze a noi stessi e agli altri. Se ci mettiamo nella posizione di non dover assolutamente sbagliare, vivremo con estrema ansia l'impossibilità di esserne sicuri. E quando capiterà l'errore, tenderemo a rimproverarcene, sentendoci in colpa per aver fallito.
C'è anche da considerare che quando si insiste nella perfezione, ad esempio quando vogliamo far bene qualcosa al massimo grado, di solito questa insistenza ci porta a fare peggio.
Proprio come recita il famoso proverbio: "Il meglio è nemico del bene".
Anche quando effettivamente riusciamo a perfezionare qualcosa che già facciamo bene, questo avanzamento modesto non vale, salvo rarissime eccezioni, il tempo, le energie e la fatica spesi.
È molto utile in conclusione ricordare che non esiste (a tutt'oggi) un modo per trovare la soluzione perfetta, il momento giusto o la certezza assoluta e quanto sia quindi inutile continuare a cercare.
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