Immaginiamo di essere al comando di una nave.Usciti dal porto, tracceremo la rotta per una destinazione di nostro gradimento. Durante il viaggio,
occorrerà tenere il timone. Le diverse correnti spingono in molte direzioni. Le sirene portano a perdere la bussola, ad arenarsi su una secca. Sono tanti gli imprevisti e i ritardi durante il viaggio.
Il nostro organismo galleggia in un
mare di possibilità e scopi. Alcuni di questi scopi sono di
tipo biologico, come la sopravvivenza dell'organismo stesso. Ci sono
poi scopi che appartengono alla nostra esperienza personale,
individuale e culturale. Scegliamo in parte come
perseguirli, nei modi e nei tempi. Per fare ciò, ricorriamo
alla nostra scorta di convinzioni e conoscenze, utilizziamo il
ricordo di esperienze simili e ipotizziamo futuri scenari possibili.
Queste scelte portano a nuovi aggiustamenti di rotta.
Governare una nave richiede fatica.
Non sempre è possibile proseguire
con il pilota automatico o incaricare del compito il timoniere.
Tempeste e bonacce possono abbattersi su di noi, costringendoci ad
intervenire per modificare il piano di navigazione.
C'è sempre qualcosa nel nostro
organismo che funziona in automatico. È inevitabilmente necessario.
Ma esiste comunque la possibilità di modificare,
re-indirizzare questi automatismi. Per intervenire occorre, prima di
tutto, identificarli e osservarne il comportamento. L'attenzione che
gli si dedica contribuisce a renderli meno automatici, a rallentarli.
Fatto ciò diventa possibile impostare nuove regole di
funzionamento, dare ordini e consegne da seguire in futuro. Questa
operazione, ripetuta un sufficiente numero di volte, porta a diventare automatico
il nuovo funzionamento.
Durante il viaggio capita di dover fare le scelte
più diverse. La nave segue la corrente e spesso non si pensa alla navigazione.
Ma in qualche caso il capitano è chiamato a prendere decisioni
scomode. Se non decide, sarà la nave a farlo. Ma qualsiasi
capitano sa che non è possibile sottrarsi per sempre al
comando.
Di solito è un malessere ad avvisarci quando il procedere automatico
del nostro organismo verso i suoi scopi subisce uno stop. Le regole sulle quali è
impostato il suo funzionamento, quindi, non si sono dimostrate
efficaci, e richiedono un aggiornamento. Ascoltare questi 'avvisi ai
naviganti', prestare più attenzione al funzionamento
dell'organismo relativamente a questi avvisi, porta a meglio mantenere
le nostre personali rotte tracciate.