Potrebbe essere uno slogan, il motto da adottare per chi si è accorto che la pretesa di controllare se stessi e gli eventi è un'attività di vigilanza usurante e poco produttiva.
Se vi accorgete che state ostinatamente rifiutando di accettare qualcosa che è successo o cercate in tutti i modi di scongiurare qualcosa che potrebbe accadere, rassegnatevi: non avrete mai il controllo totale.
Tutti sappiamo che questo controllo assoluto è impossibile. Se dovessimo tenere una conferenza, il nostro intervento sarebbe deciso nell'affermare quante prove esistono a conferma di questa mancanza di potere.
Eppure qualcuno tra noi potrebbe aver notato che a volte di fronte alla minaccia di qualcosa di negativo, che prevediamo possa succedere, ci ritroviamo a pensare ossessivamente a come fare per evitarlo a tutti i costi. Non ragioniamo solamente su come affrontare il pericolo se dovesse presentarsi, ma ci iper-ragioniamo, cominciamo cioè a preoccuparci e a insistere ripercorrendo inutilmente gli stessi pensieri, alla ricerca di una soluzione perfetta che possa con certezza risolvere tutto.
Quando ci accade un evento spiacevole poi, sappiamo benissimo che qualcosa di negativo a volte deve pur accadere e che dobbiamo quindi rassegnarci ad accettarlo, tuttavia possiamo anche arrivare a pensare che non doveva succedere, oppure che le cose non dovrebbero essere quello che invece sono.
"Devo essere sicuro che non accadrà" e "Non doveva succedere" sono le due idee che ci si accendono nella mente. E a queste idee noi reagiamo, sentendoci preoccupati, ansiosi, arrabbiati e depressi.
Se vi accorgete invece che pretendete sempre e comunque il controllo delle vostre emozioni o imponente alla vostra mente di funzionare come dite voi (e solo perchè lo volete), allora rassegnatevi: non avrete mai il controllo totale.
Nessuno negherebbe, se interrogato, di credere che le emozioni siano delle reazioni dovute, necessarie conseguenze dell'esistenza quotidiana, e che occorre accettarle quando ci sono. E non ci sarebbero obiezioni se qualcuno affermasse che la mente ha anche un suo funzionamento proprio, e che non ci si può imporre sempre cosa pensare, desiderare o temere. Tutti siamo convinti che non puoi far fare quello che vuoi alla tua mente solo perche lo vuoi tu.
Eppure qualcuno di noi ha notato che a volte si ostina a pretendere di non doversi sentire come invece si sente, o che, solo perchè lo vuole, deve smettere di pensare qualcosa o di preoccuparsi.
"Non mi devo sentire così" e "Non ci devo pensare" sono le cose che ci diciamo. E in conseguenza di questi pensieri ci sentiamo e ci comportiamo, rimproverando noi stessi e rammaricandoci, nel tentativo di fare cose per distrarci o tentando di impedire alla nostra mente di lavorare.
Se come noi vi riconoscete tra i praticanti involontari di queste attivitè di controllo, se anche voi vi siete accorti che a volte vi tenete sotto stretta sorveglianza e state di guardia nel tentativo estremo di impedire gli eventi, allora adottate il motto: controcontrollo!
Il controcontrollo è l'arte di disinnescare il controllo.
Anche se sappiamo quanto è irrazionale, tuttavia non possiamo fare a meno di ritrovarci a credere nell'esistenza della sicurezza perfetta o andare alla ricerca del momento giusto; non si può evitare di essere presi dall'ideologia secondo cui le emozioni sono sbagliate o di perseguire il controllo totale della mente. Se però cominciamo a fare attenzione quando indugiamo in queste attività, possiamo sempre rendercene conto e smettere, dedicando invece il nostro sforzo ad andare contro il controllo, frenandolo, astenendoci il più possibile da esso.
Trarrete sicuramente beneficio dall'imparare ad esercitare quest'arte e sarete orgogliosi di poterla insegnare ad altri.